sabato 11 febbraio 2017

LEGGERE PER POI DIMENTICARE?

Ciao a tutti angioletti!!
Nel post di oggi ho deciso di fare una piccola riflessione, partendo da un fatto che mi succede ogni tanto e che ho letto e sentito succede altrettanto spesso ad altri lettori. Ammetto di non essere mai stata una ragazza dalla grande memoria, e di questo me ne vergogno spesso (ahaha), ma non vi è mai capitato di parlare di un libro che avete letto, o anche solo di pensarci, e non vi ricordate bene i nomi dei protagonisti o lo svolgersi della storia??
Non so voi, ma quando mi succede mi sale un nervoso che non vi dico! E poi mi dispiace perchè ovviamente non me lo ricordo e quindi mi sembra di fare un dispetto all'autrice (esagerata lo so ma è la verità eheh). Allora vado alla ricerca del libro e della trama e cerco di fare mente locale, ma non sempre mi ricordo l'ordine della storia.
Girovagando su internet ho trovato un articolo scritto dal giornalista del New Yorker Ian Crouch, che definisce questa dimenticanza un Cocktail Party Trap, un momento che abbiamo vissuto tutti almeno una volta nella vita: ti trovi nel mezzo di una conversazione e qualcuno cita un libro, magari un titolo minore di un noto scrittore, e tu affermi con orgoglio che lo hai letto e ti è piaciuto, ma nel pronunciare quelle parole ti rendi conto che il libro non te lo ricordi affatto. Di solito la cosa finisce lì, ma vi rimane il senso di smarrimento provato. Ed è solo una, forse nemmeno la peggiore, delle conseguenze del dimenticare ciò che abbiamo letto. L’autore dell’articolo ha preso consapevolezza di questo meccanismo quando, in seguito a una recensione entusiasta di una collega, ha acquistato un libro accorgendosi solo alla quinta pagina di averlo già letto in passato, appena tre anni prima.
Ha anche chiesto a una esperta di sviluppo cognitivo, se questa difficoltà rendesse addirittura inutile tutte le letture fatte. Ovviamente no, risponde Maryanne Wolf: “le letture restano dentro, a un livello più elevato, complesso”. “Dopo aver letto un libro che ti è piaciuto sei un a persona completamente diversa”. O ancora: “Sei la somma di tutti i libri che hai letto”.
Infine, Ian dice: A simple remedy to forgetfulness is to read novels more than once.
Ma per una come me, che ama solamente la prima lettura e che quindi non ha mai riletto un libro in vita sua, direi che non c'è soluzione ahaha.
Ma c’è una notevole differenza, continua la Wolf fra ricordare nell’immediato i fatti, e la capacità di richiamare una 'gestalt' di conoscenza. Non riusciamo a recuperare elementi specifici, ma, per adattare una frase di William James, è come se avessimo un fantasma di memoria. Le informazioni che prendiamo da un libro sono come conservate in una rete. Abbiamo una straordinaria capacità di memorizzare, di archiviare, molta di più di quella di cui ci rendiamo conto. Insomma, son sensazioni che ogni lettore prova: questa presenza dei libri che ha letto, anche quando sembra di ricordare poco.
Eppure, per rendere il “fantasma di memoria” più presente e più visibile, come fa anche Collins, lei annota i libri, scarabocchia qualche parola all’inizio di ogni capitolo per ricordare i nomi dei personaggi, o l’evento principale (se è un saggio, comincia addirittura dal sommario a scrivere), e poi scrive sui margini.
L’idea è quella di avere lì, fra le pagine, una specie di mappa del libro: aiuta ricordare ma soprattutto concede la speranza che riprendendo il libro puoi riavvicinare i personaggi e la storia, che dal deposito quasi inconsapevole dentro la memoria possa ripescare il filo della lettura fatta anni prima.
Perché dici che dovrei partire da Luce d’Agosto per avvicinarmi a Faulkner?” le ha chiesto un collega al quale aveva consigliato proprio quel romanzo. Le ha risposto: “Se aspetti fino a domani leggo gli appunti che avevo lasciato sulle pagine e te lo posso spiegare. Per adesso posso solo dirti che so che devi cominciare da quello”.

E voi invece che cosa ne pensate di ciò? Ditemi che non sono l'unica ad avere questa memoria cattiva (sigh sigh).

Un bacione a tutti,

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